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2 attentati dell’Is a Mogadiscio ed è strage

Shukri Said – Blog Primavera Africana – Giovedì sera alle 20,00 ora locale, due commando di Al Shabab hanno compiuto altrettanti attacchi terroristici simultanei.

Vittime degli attentati sono stati due noti locali che si trovano uno accanto all’altro nella zona del lungomare a nord di Mogadiscio che ha recentemente ripreso un notevole sviluppo e che era affollatissima, soprattutto di giovani, come avviene il sabato sera in Europa.

Erano in corso due riunioni: un matrimonio nel Lido Sea Food Restaurant ed una cerimonia istituzionale nel Beach View Hotel.

Nei pressi dei due locali erano state parcheggiate almeno tre autobombe, ma si sono chiaramente udite quattro esplosioni.

Il primo attacco è stato compiuto da due terroristi arrivati in moto al Lido Sea Food Restaurant. Uno dei due si è fatto esplodere e ci sono state diverse vittime civili tra cui due bambini.

Mentre la folla fuggiva, è esplosa la prima autobomba.

A questo punto sette terroristi sono arrivati sulla spiaggia con un’imbarcazione attaccando il vicino Beach View Hotel dove si sono asserragliati con numerosi ostaggi.

Mentre anche da qui chi poteva fuggiva, è esplosa la seconda autobomba.

I combattimenti con le forze dell’ordine accorse sul posto sono andati avanti per tutta la notte e un’altra autobomba è scoppiata questa mattina all’alba.

Assai impreciso è il bilancio delle vittime. Il Governo parla per ora di venti morti tra dirigenti pubblici  civili precisando che il numero potrebbe aumentare. Altre fonti parlano complessivamente di 35 e addirittura di 50 vittime. I numerosi feriti sono ricoverati in tre ospedali.

Gli Al Shabab hanno rivendicato l’attacco già ieri sera per bocca del portavoce Sheikh Ali Dheere. Questi, però, appartiene all’ala islamista che ha recentemente aderito al Daesh. Anche se nel sud della Somalia non è stata ufficialmente annunciata l’adesione allo Stato Islamico, diverse personalità di primo piano tra gli Al Shabab si sono trasferiti sotto Al Baghdadi come conseguenza del crollo dei finanziamenti da parte di Al Qaeda.

Gli effetti di questo spostamento si è subito manifestata sulla macchina del terrore in occasione dell’attacco ai soldati keniani dello scorso 15 gennaio in cui la carneficina di oltre 100 uccisi è stata filmata dai nuovi Al Shabab mentre era in corso l’aggressione. La frustrazione di Uhuru Kenyatta si è sfogata uccidendo quaranta civili a Ceel Cad, la cittadina della regione di Gedo che già subiva le vessazioni dei terroristi.

Difficile poi pensare che manchi il sostegno agli Al Shabab nelle alte sfere delle istituzioni somale. Fa impressione che si siano potute parcheggiare impunemente almeno tre autobombe in una zona così affollata il giovedì sera a Mogadiscio e ancor più che un elevato numero di vittime risulti colpito da pallottole in uso alle forze dell’ordine somale, come se le armerie dell’esercito fossero una sorta di supermercato per terroristi. Appare evidente che la sicurezza della capitale è sfuggita al controllo del Presidente Hassan Sheikh Mohamud che, invece di badare alla patria, manda i militari somali a combattere in Yemen per conto dell’Arabia Saudita. La prima tranche del pagamento dei mercenari somali da parte di Riad, pari a 50 milioni di dollari, è arrivata l’altro ieri a Villa Somalia. Del resto, in prossimità delle elezioni fissate, per ora, al prossimo agosto, la liquidità sarà la leva determinante.






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