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Immigrazione. L’inutile consiglio Ue: sfogatoio per i leader dell’est, una sola decisione sugli hotspost

huffingtonpost.it – Sono rimasti a discutere fino alle 4 del mattino. Ma di decisione ne hanno presa una sola da realizzare entro la fine di novembre: gli ‘hotspot’ per l’identificazione dei migranti che bussano alle porte dell’Europa. Il Consiglio Europeo di questa notte non è servito ad altro, visto che la decisione più importante era stata già adottata dal vertice dei ministri degli Interni di martedì scorso: la distribuzione di 120mila profughi in tutta Europa, compresi i paesi dell’est che si sono opposti. Ecco: il vertice che ha tenuto occupati i capi di governo per tutta una notte è forse servito come ‘sfogatoio’ per chi tra loro era più arrabbiato: i leader di Ungheria, Romania, Repubblica Ceca e Slovacchia. Nessun passo in avanti sulla flessibilità sui conti pubblici nel Patto di stabilità.

E’ il tema che sta a cuore al premier italiano Matteo Renzi. Il quale però ha scelto di non farne un tema di rivendicazione nazionale, confidando nel fatto che la questione riguarda tutti i paesi periferici più esposti ai flussi migratori. Del resto, a quanto si apprende, il premier italiano – che domenica parlerà di crescita in Ue con Bill Clinton e il finanziere George Soros alla ‘Clinton Global Initiative’ di New York – non era particolarmente entusiasta della partecipazione a questo ennesimo vertice senza decisioni, uno dei tanti vertici ‘inutili’ che ha avuto modo di criticare in altre occasioni. Ad ogni modo, è emblematica la dichiarazione di Angela Merkel. Pur stanca – come è apparsa a chi l’ha vista al vertice – e provata dallo scandalo Volkswagen, stamane ha detto: “Dobbiamo guardare molto attentamente prima quanto alti saranno effettivamente i costi…”. Come dire, sulla flessibilità la discussione è posticipata.

Ma il vertice è servito a Viktor Orban e agli altri leader dell’est per prendersi una rivincita. Nel mirino del premier ungherese è finito il neo-rieletto premier greco Alexis Tsipras. Come dire, il vertice Ue è servito a fotografare la polarizzazione dello scontro europeo sull’emergenza profughi. Da una parte, Orban e i suoi “muri” (oggi l’Ungheria ha annunciato la costruzione di un’altra barriera anti-immigrati lungo i confini della Slovenia). Dall’altra, Tsipras che vuole aprire i centri di detenzione per profughi trasformandoli in centri di transito. Di fatto, Orban ha accusato Tsipras di non registrare i migranti in arrivo in Grecia, di lasciarli andare oltre il confine in Europa. E avrebbe voluto anche imporre un controllo europeo sulle frontiere greche: “Siccome penso che i greci non siano capaci di difendere i loro confini, noi dovremmo chiedere loro gentilmente, perché la Grecia è un paese sovrano, di permettere agli altri paesi europei di difendere i confini greci”. La richiesta non è passata.

Tra le decisioni annunciate ma non ancora adottate, c’è il miliardo di euro in più di aiuti per il Programma alimentare mondiale, per l’Agenzia dell’Onu (Unhcr) e per le ong che si occupano di rifugiati nei campi fuori dall’Ue, più i nuovi finanziamenti per i paesi terzi che ospitano campi profughi (Libano, Giordania, Turchia). E poi c’è la proposta di destinare un miliardo di aiuti alla Turchia, anche se la richiesta vera di Erdogan è quella di istituire una ‘no fly zone’ in Siria a ridosso del confine turco dove operano le milizie curde. Richiesta che il leader turco porterà in Europa nella sua visita del 5 ottobre prossimo. E poi ci sono altri finanziamenti che i leader Ue si sono riproposti di considerare per rafforzare i controlli alle frontiere del continente in Italia e Grecia con Europol e Frontex.

Per Renzi l’accoglienza dei 120mila profughi distribuiti in tutti i paesi Ue segna di fatto “il superamento del trattato di Dublino”. Per la Merkel il vertice Ue “ha fatto un passo avanti ma il traguardo è lontano”. Sui migranti continua a litigare la famiglia socialista. Il capogruppo del Pse a Strasburgo Gianni Pittella chiede l’espulsione del premier slovacco Robert Fico che non vuole accogliere i migranti non cristiani, creando “forte imbarazzo nella famiglia progressista perché chi caccia i migranti non è socialista”, dice Pittella. In Italia il presidente dell’Anci Piero Fassino si lamenta per le decisioni sugli ‘hotspot’: “Sono pochi rispetto alle esigenze e quindi i migranti vengono smistati verso i comuni in modo disordinato e confuso attraverso lo Sprar (‘Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati’, ndr.) e le prefetture”.Romano Prodi ci infila il suo commento pessimista: “Oggettivamente siamo stati lasciati soli. Finché il problema era italiano non se n’è curato nessuno. Abbiamo fatto la figura del paese che non conta nulla”. L’Ungheria intanto costruisce il muro sul confine sloveno. A metà ottobre nuovo vertice a Bruxelles.

fonte: http://www.huffingtonpost.it/2015/09/24/immigrazione-consiglio-ue_n_8189672.html?utm_hp_ref=italy






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