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Lia Quartapelle intervista

Shukri said – Blog Primavera Africana – L’Italia, dopo un lungo periodo di abbandono, sembra aver riscoperto l’Africa come territorio in cui esprimere le sue potenzialità di cooperazione. I viaggi di questi ultimi giorni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi prima e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella poi sono stati di poco preceduti da un viaggio in Etiopia di Lia Quartapelle, 34 anni di Varese, deputata per il PD nella presente legislatura, membro dell’ufficio di presidenza della Commissione esteri della Camera dei deputati e coordinatrice del gruppo interparlamentare sulla cooperazione internazionale. È dotata di una formazione specifica nell’economia della cooperazione verso i paesi africani.
D. On.le Lia Quartapelle, lei è tornata da un recente viaggio in Etiopia. Qual è stato il motivo del viaggio e cosa ha trovato in quel paese del Corno d’Africa?
R. L’Etiopia è un partner dell’Italia e abbiamo parlato molto di come fronteggiare la grave siccità che affligge oltre 15 milioni di persone nel paese. È un problema di cui si parla ancora troppo poco in Occidente, ma è veramente molto grave e, soprattutto, questa volta non sembra avere carattere episodico. Il fenomeno appare direttamente collegato a quello del cambiamento climatico.  Diventando un problema strutturale, ha un diretto impatto sulla salute e sulla qualità della vita della popolazione oltre che sul miglioramento delle condizioni di sviluppo del Paese. Occorre quindi un maggiore impegno della cooperazione e un intervento culturale per un uso più efficiente dell’acqua.

D. Di concreto che cosa si sta facendo per alleviare questa sofferenza? 

R. L’Italia contribuisce con 100 milioni di euro all’anno come aiuto immediato e porta avanti un progetto di venti milioni di euro per quattro anni finanziato dell’UE, ma promosso dall’Italia, finalizzato a creare posti di lavoro in patria. Abbiamo ricevuto qui in Parlamento l’Ambasciatore etiope S.E. Mulugeta Alemseged Gessese e la Direttrice della agenzia per la Cooperazione Laura Frigenti per discutere queste tematiche. A partire dal prossimo documento di programmazione triennale, vogliamo rafforzare il nostro sostegno verso l’Etiopia. Il 2016 è un anno cruciale perché entrano a pieno regime la riforma della cooperazione e la nuova agenzia e vogliamo arrivare al G7, ospitato dall’Italia, onorando l’impegno di aumentare sensibilmente gli investimenti per lo sviluppo.

D. Sappiamo che Lei è molto attiva sui problemi delle donne. Per l’integrazione delle immigrate e per le donne in generale, cosa ha in mente?

R. Sicuramente c’è molto da fare sia per l’integrazione delle donne immigrate che per le donne in generale. Lavoreremo per far si che aumenti il numero delle donne all’interno delle istituzioni anche in Italia.

L'On.e Lia Quartapelle

L’On.e Lia Quartapelle

D. Uno dei maggiori problemi delle donne in Etiopia sono le mutilazioni genitali femminili e l’HIV con il rischio della sua trasmissione ai bambini. Avete affrontato questi problemi durante la permeanza in Etiopia?

R. Tra i delegati che sono venuti in Etiopia c’era anche l’On.le Chiara Braga, anche lei del PD, che è esperta sia di Aids che di salute globale e di cooperazione internazionale. Il problema dell’Aids è effettivamente uno dei più gravi e proprio in Etiopia si registra un tasso di trasmissione dell’HIV dalla mamma al bambino che, nonostante il miglioramento delle condizioni sanitarie dovuto ad un serio impegno governativo, è ancora elevatissimo. Inoltre la malattia colpisce sempre più le donne che così diventano molto più vulnerabili. Bisogna assolutamente intervenire con gli strumenti della cooperazione per rafforzare i diritti delle donne, anche le più giovani, quale strumento fondamentale per lo sviluppo del paese. Altissima è pure la percentuale delle donne etiopi che ha subito mutilazioni genitali femminili e su questo aspetto non si può che intervenire modificando la cultura delle donne che è alla base di questa pratica che d’altro canto è antichissima e proprio per questo è ancora più difficile da sradicare.

D. Come ha trovato l’Etiopia sul versante della salute femminile?

R. Bisogna riconoscere che l’Etiopia, pur essendo uno dei paesi più poveri del mondo, si è molto impegnata per sviluppare il proprio sistema sanitario decentrandolo il più possibile per raggiungere anche i più sperduti villaggi e tuttavia l’impresa è titanica e di certo non è stata ancora completata. Grazie all’intervento del Fondo Globale per combattere AIDS, Tubercolosi e Malaria, l’Etiopia si è dotata dell’Health Service Extension Program grazie al quale decine di migliaia di donne sono state formate per lavorare come operatrici sanitarie di base all’interno delle loro comunità.

D. In dettaglio, cosa fa l’Italia per alleviare le sofferenze del popolo etiope sul versante sanitario?

R. Innanzi tutto le istituzioni italiane partecipano al Fondo Globale cui prima accennavo. Inoltre l’Italia è presente sul territorio con diverse ONG. In particolare, durante la nostra missione, abbiamo visitato l’ospedale di San Luca a Wolisso, cittadina a sud ovest di Addis Abeba, realizzato dalla ONG Medici con l’Africa del Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari –  Cuamm – una delle più attive organizzazioni nella lotta contro l’AIDS, ma anche contro altre gravi malattie tipiche dell’area. La struttura ogni anno visita circa 18 mila pazienti ed ha attualmente circa 1500 pazienti in trattamento.






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