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IGAD a Mogadiscio: primo vertice presidenziale dal 1986

shukri Said – Blog Primavera Africana – Per la prima volta dopo 25 anni un summit a livello presidenziale si è riunito ieri a Mogadiscio. Si è trattato della 28° riunione straordinaria dell’IGAD, l’istituto per lo sviluppo dei Paesi dell’Africa Orientale, che ha deciso di tenersi per la prima volta dalla sua istituzione nel 1986, ai massimi livelli, nella capitale somala dopo lo storico incontro avvenuto nel gennaio 2015 tra i ministri degli esteri dei Paesi del Corno d’Africa aderenti all’istituzione, nonostante la situazione della sicurezza sia ancora precaria per il rischio di attentati da parte dei jihadisti di Al Shabab.

Il vertice svoltosi all’Hotel Pace, nella zona dell’aeroporto che è rimasta chiusa e monitorata per cinque giorni, è stato presieduto dal primo ministro etiope Haile Mariam Desalegn e vi hanno partecipato il Presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, il Presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud, il Presidente dell’Uganda Yoweri Kaguta Museveni e rappresentanti di Sudan e Gibuti.

Non sono mancati i contrattempi. Al vertice dell’IGAD di Mogadiscio era atteso anche il Presidente del Sudan Bashir che però, all’ultimo momento, si è fatto sostituire dal Ministro degli esteri. Il Presidente Ismail Gelle di Gibuti non è riuscito arrivare per difficoltà di atterraggio del suo aereo e la riunione è stata funestata da uno scontro tra militari e polizia federale presso il monumento al milite ignoto che ha provocato almeno tre morti oltre ad un numero imprecisato di feriti. Tra questi si dice che sia rimasto ferito ad una gamba anche Abdicasis Africa, il membro della polizia politica accusato dello stupro di Fadumo Abdulqadir Hassan, la giornalista di Kasmo Radio premiata dalla FNSI a Roma nel 2014.

I capi di Stato dell'IGAD riuniti a Mogadiscio

I capi di Stato dell’IGAD riuniti a Mogadiscio

Scopo principale del vertice era quello di verificare il processo elettorale che tra fine settembre e fine ottobre interesserà tutte le più alte istituzioni somale e discutere i progressi compiuti dalla Somalia sul percorso della sicurezza e della stabilità.

Il popolo somalo è stato incoraggiato a partecipare al processo elettorale mentre si è chiesto alla missione dell’Unione africana in Somalia (AMISOM) ed alle forze interne del Paese di fornire tutta la sicurezza necessaria durante le operazioni di voto.

Per il sistema elettorale somalo gli anziani dei clan selezioneranno un elettorato di circa 14.000 delegati che saranno organizzati in collegi elettorali e potranno eleggere i 275 membri del parlamento ed i 55 membri del Senato. Il 30 per cento dei parlamentari è riservato alle donne. Dal 2020 è invece previsto il sistema elettorale a suffragio universale.

Sulla questione dei rifugiati nella regione, l’IGAD ha incoraggiato il ritorno volontario dei rifugiati somali per aiutare a costruire la loro nazione pur condannando coloro che “cercano di destabilizzare la sicurezza, la pace e la stabilità del Paese”. “Esortiamo tutti gli attori somali ad abbracciare il processo volto a riportare la normalità nel Paese”, si legge nel comunicato finale dell’IGAD.

Il presidente Kenyatta ha osservato che tenere il vertice dell’IGAD a Mogadiscio è stato un attestato di fiducia verso il governo federale della Somalia e verso il suo progresso per il ristabilimento della pace e della stabilità. Ha incoraggiato inoltre le autorità somale a garantire l’attuazione della governance così come previsto nel documento Somalia Vision 2016 ed ha assicurato che la comunità e i partner internazionali sono pronti a sostenere la Somalia al fine di garantire che le elezioni si svolgano in modo tempestivo e in accordo con la volontà e i desideri del popolo somalo.

Il Primo Ministro etiope Desalegn, che è anche il Presidente di turno dell’IGAD, ha detto che la Somalia ha fatto progressi sulla via della pace e della stabilità, ma molto ancora deve essere fatto. “Non abbiamo ancora raggiunto lo scopo – ha detto Desalegn – ​​ma l’IGAD è fiducioso che i suoi sforzi avranno successo nella piena restaurazione della pace e della stabilità in Somalia”.

Alle sue parole ha fatto però riscontro l’operazione antiterrorismo svoltasi l’altro ieri nel Jubaland nel corso della quale l’esercito federale somalo ha sventato un attentato arrestando un gruppo di artificieri di Al Shabab tra i quali è stato riconosciuto un agente segreto etiope.

Durante il vertice straordinario dell’IGAD si è anche discusso del processo di pace in Sud Sudan.

Per una singolare coincidenza, proprio ieri George Clooney, parlando a Washington in qualità di esponente del gruppo “The Sentry” (La sentinella) di cui è stato cofondatore dieci anni fa, ha definito il Sud Sudan – l’ultimo Stato riconosciuto dalla comunità internazionale appena cinque anni fa – uno Stato fallito ed ha attaccato il Presidente Salva Kiir Mayardit e il Vicepresidente Riek Machar definendoli criminali che si sono arricchiti durante la guerra civile del Paese esplosa in questi ultimi tempi a scapito del popolo.

Il Presidente Kenyatta ha detto che in Sud Sudan il Kenya e gli altri paesi vicini sono stati in prima linea negli sforzi orientati verso una pace sostenibile nel Paese la cui insicurezza rappresenta una grave minaccia alla stabilità dell’intera area.

Foglie fresche di qat

Foglie fresche di qat

A margine del vertice dell’IGAD si è svolto anche un incontro bilaterale tra il Presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud ed il Presidente Uhuru Kenyatta all’esito del quale sono state prese tre decisioni: la rimozione del divieto, da poco adottato dalla Somalia, del consumo di qat, la pianta psicotropa e stimolante prodotta soprattutto in Kenya ed esportata in Somalia con 45 voli settimanali nell’ambito di una florida economia che aveva subito un duro colpo dalla decisione delle autorità somale; la ripresa dei voli diretti da Mogadiscio verso Nairobi e l’apertura di una filiale della Banca Commerciale keniota a Mogadiscio entro il prossimo dicembre per facilitare gli scambi commerciali. Con la riapertura dei voli diretti tra le due capitali verrà favorito l’ingresso dei somali in Kenya, bloccato a lungo con la scusa del terrorismo e sarà evitato lo scomodo scalo nella città di Wajer che era un ostacolo per tutti.






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