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Oggi è la Giornata Internazionale dei diritti delle Bambine

NADIA FERRIGO – lastampa.it – Nel dossier di Terres des hommes i numeri di violenze, abusi e discriminazioni nel mondo

Milioni di bambine e ragazze nel mondo sono vittime di violenze, abusi e discriminazioni. L’11 ottobre è la Giornata Mondiale delle bambine e delle ragazze, proclamata dall’Onu, e Terres des hommes lancia la campagna #Indifesaper accendere ancora una volta i riflettori sui diritti negati. La onlus internazionale che segue diversi progetti di sostegno ai bambini, ha pubblicato il dossier «La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo»: 44 milioni di bambine al di sotto dei 14 anni hanno subito mutilazioni genitali. E si stima che 86 milioni di ragazze nate tra il 2010 e il 2015 rischiano di subire una mutilazione genitale entro il 2030. Il Paese dove sono più diffuse è la Somalia (98%), seguono Guinea (96%), Gibuti (93%), Egitto (91%), Eritrea e Mali (89%), Sierra Leone e Sudan (88% ). Ogni anno sono 16 milioni le nuove baby spose, molte delle quali diventano mamme quando ancora il loro corpo non può sopportarlo: le gravidanze precoci causano ogni anno 70.000 morti fra le ragazze tra 15 e 19 anni.

 

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Accesso all’istruzione

Negli ultimi quindici anni sono stati fatti grandi sforzi per dare a tutti i bambini la possibilità di completare un ciclo completo di istruzione primaria. I risultati raggiunti sono incoraggianti: tra il 2000 e il 2011 il numero di bambini che non potevano andare a scuola si è quasi dimezzato, passando da 102 milioni a 57 milioni. Le bambine rappresentano più della metà del totale dei bambini che non possono andare a scuola: nei Paesi arabi, ad esempio, le bambine rappresentano il 60% di tutta la popolazione infantile «out of school», un dato che è rimasto invariato dal 2000 a oggi.

Ci sono elementi solo in apparenza banali che possono incidere sulla frequenza scolastica delle ragazze: ad esempio la presenza dei bagni nella scuola. Una ricerca dell’Unesco calcola che nelle regioni rurali africane una ragazza su dieci resta a casa dai 4 ai 5 giorni durante il ciclo a causa della mancanza di assorbenti e di servizi igienici adeguati. L’83% delle ragazze del Burkina Faso e il 77% delle studentesse in Niger, ad esempio, non hanno bagni in cui cambiarsi. Nel corso di un intero anno scolastico una ragazza può arrivare a perdere dai 36 ai 45 giorni di lezione.

 

Lavoro minorile e faccende domestiche

I bambini lavoratori sono 168 milioni, di cui più della metà (circa 85 milioni) sono impegnati in attività pericolose tra cui sfruttamento sessuale, schiavitù. Bambine e ragazze coinvolte in attività pericolose sono 30 milioni secondo le stime dell’Ilo, mentre i coetanei maschi sono circa 55 milioni. Nella fascia d’età che va dai 5 agli 11 anni, però, le bambine rappresentano il 58% del totale dei minori coinvolti in lavori pericolosi (2,8 milioni in più rispetto ai maschi). Un’altra forma di lavoro in cui la manodopera è formata da bambine e ragazzine è quello agricolo. L’evoluzione delle tecniche di coltivazione non sempre ha portato a dei miglioramenti in questo senso, anzi. Nel settore del cotone, dove gli ibridi sviluppati da molte multinazionali hanno bisogno del lavoro manuale d’impollinazione, questo viene eseguito dalle rapide e agili manine delle bambine. Un recente rapporto ha denunciato lo sfruttamento di almeno 200.000 bambini al di sotto dei 14 anni – tre quarti dei quali femmine – in India, soprattutto negli stati del Andhra Pradesh, Telangana, Gujarat, Tamil Nadu, Karnataka e Rajashtan.

 

 

Anche l’Unicef dedica la sua attenzione ai diritti delle bambine; in particolare ha stilato un rapporto sul lavoro minorile da cui risulta che bambine tra i 5 e i 14 anni sono occupate il 40% in più del tempo nei lavori domestici non pagati e nella raccolta di acqua e legna, rispetto ai coetanei maschi. Complessivamente, le bambine dedicano a questi impegni l’equivalente di 160 milioni di ore al giorno.

Il rapporto mostra che le ragazze tra i 10 e i 14 anni in Asia Meridionale, Medio Oriente e Nord Africa sono occupate circa il doppio del tempo in faccende domestiche rispetto ai ragazzi. I paesi in cui le ragazze tra i 10 e i 14 anni subiscono in maniera sproporzionata il peso delle faccende domestiche rispetto ai ragazzi sono: Burkina Faso, Yemen e Somalia. Le ragazze tra i 10 e i 14 anni in Somalia trascorrono la maggior parte del tempo a fare lavori domestici, circa 26 ore alla settimana. Per faccende domestiche si intende cucinare, pulire, prendersi cura dei familiari e recuperare acqua e legna da ardere. Il rapporto mostra che il lavoro delle bambine è meno visibile e spesso sottovalutato. Troppo spesso vengono imposte alle bambine responsabilità come se fossero già adulte: ad esempio il prendersi cura dei membri della famiglia, compresi altri bambini.

 

 

Tratta e migrazioni

Difficile, se non impossibile, avere dati completi ed esaustivi sul numero delle vittime di tratta. L’Unodc (Agenzia delle Nazioni Unite per il contrasto del crimine organizzato) stima che il fenomeno della tratta riguardi 2,4 milioni di persone (dato aggiornato al 2012), di cui l’80% sono sfruttate nella prostituzione. Il dato più allarmante, evidenziato da quest’agenzia nell’ultimo «Global Report on Human Trafficking», è l’aumento del numero di bambini coinvolti nel fenomeno della tratta: «A livello globale, oggi i bambini rappresentano circa un terzo di tutte le vittime di tratta individuate – si legge nel report -. Due su tre sono di sesso femminile».






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