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Yemen, profughi somali in fuga massacrati sotto un bombardamento

Shukri Said – repubblica.it – Gli ordigni hanno colpito un’imbarcazione su cui viaggiavano numerosi migranti somali, salpati dalle coste yemenite e diretti in Sudan per poi dirigersi probabilmente verso il Mediterraneo. A colpirli è stato un elicottero Apache di fabbricazione USA, in dotazione alle forze saudite, nella zona di Al Hudaydah, quarta città del PaeseROMA – Un’imbarcazione su cui viaggiavano numerosi profughi somali, provenienti dallo Yemen e diretti in Sudan per poi dirigersi probabilmente verso il Mediterraneo, è stata attaccata da un elicottero Apache nella zona di Al Hudaydah, quarta città yemenita in prossimità dello stretto di Bab el-Mandeb controllata dai ribelli Houti. Nell’attacco sono morti quarantadue rifugiati, muniti del titolo rilasciato dalle Nazioni Unite, tra cui anche donne e bambini. È accaduto giovedì scorso, alle 3 del mattino, e Ibrahim Ali Zeyad, un marinaio dell’imbarcazione, ha riferito che ottanta rifugiati si sono salvati e molti feriti sono stati trasportati in ospedale. Ha riferito anche che la sparatoria contro l’imbarcazione è cessata quando attraverso le torce elettriche si è potuto dimostrare che a bordo vi erano solo profughi.

Ancora sconosciuti i responsabili. Non è stato ancora chiarito chi ha effettuato l’attacco. L’area di Al Hudaydah è controllata dai combattenti Houti, un gruppo armato sciita zaydita (ma formato anche da sunniti) dello Yemen, alleati dell’Iran, che combatte in funzione anti-governativa. Si fanno chiamare Partigiani di Dio. Nel 2014 hanno invaso Sana’a, la capitale dello Yemen del nord, costringendo il governo di ‘Abd Rabbih Mansur Hadi a fuggire nell’altra città yemenita di Aden, nel sud del paese, che si trova sull’omonimo Golfo. Nel 2015 si è costituita una coalizione saudita per la lotta contro gli Houti.

I sospetti sulla coalizione saudita. Un’agenzia Houti, la Saba, ha attribuito l’attacco alla coalizione guidata dai sauditi, che in effetti dispone di elicotteri AH-64D Apache Longbow di fabbricazione USA, anche se il generale Ahmed Assiri, portavoce della coalizione, ha respinto l’accusa, ricordando che altre forze che operano nell’area, come gli Stati Uniti, dispongono di elicotteri da combattimento. Il Pentagono, a sua volta tirato in ballo, ha negato qualsiasi coinvolgimento in operazioni aeree recenti. Per i media somali la responsabilità è della coalizione guidata dall’Arabia Saudita con la partecipazione delle Emirati Arabi Uniti. Recentemente questi ultimi hanno ottenuto dal Somaliland una base militare nel Porto di Berbera per rafforzare il contrasto agli Houti. Bab el-Mandeb è il nome dello stretto attraverso il quale il Mar Rosso si unisce al Golfo di Aden e, quindi all’Oceano Indiano, sul quale

si fronteggiano le coste dello Yemen e quelle di Gibuti. È lo snodo cruciale dei traffici marittimi, tra l’Asia e l’Europa e quindi gli Stati Uniti. Da quelle parti si stima che transitino, tra i numerosi altri beni, circa 4 milioni di barili di petrolio al giorno.

FONTE: http://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2017/03/22/news/somalia_bombardati_profughi_somali_-161149474/






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