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Immigrati, 4 mila arrivi in 48 ore. Un morto a bordo di un barcone

Una valanga umana destinata a ingrossarsi nei prossimi giorni. In Libia, in attesa, oltre 400 mila persone
di FRANCESCO VIVIANO

Nelle ultime 48 ore sono oltre 4mila i disperati soccorsi dalle navi della nostra Marina Militare tra le coste nord africane e quelle siciliane. Gli ultimi 2mila soltanto ieri e tra questi c’è anche un morto. Una valanga umana destinata ad ingrossarsi ancora di più nei prossimi giorni, nelle prossime settimane. Ed è così intenso l’arrivo dei barconi verso le nostre coste che la nostra Marina Militare, le navi dell’operazione Mare Nostrum, non sono sufficienti a salvare quelle migliaia di persone che in un modo o in un altro tentano di raggiungere l’Europa, tanto da richiedere l’intervento delle navi mercantili che si trovano in quella zona di mare che pullula di barconi. La stima dei nostri servizi segreti, confermata dal ministro degli interni, Angelino Alfano è che nei campi di raccolta in Libia ma anche in Egitto ci sono oltre 400 mila persone, in maggioranza Siriani, Palestinesi, Etiopi, Eritrei, Senegalesi, Nigeriani e di altri Paesi del Centro Africa, che sono in attesa di partire con i barconi gestiti dai trafficanti di esseri umani.

“L’emergenza si fa sempre più grave, non c’è uno stop agli sbarchi”, ha detto Alfano.”In questo momento- aggiunge- ci sono due navi mercantili, commerciali, da noi allertate, che stanno soccorrendo una 300 l’altra 361 persone, e si  stanno prodigando nell’aiuto a queste persone”.

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Secondo l’ultima radiografia dei nostri servizi segreti, oltre mezzo milione di persone, siriani, eritrei, etiopi, nigeriani, sudanesi e di altri paesi centroafricani, sono ammassati nelle “prigioni” dei trafficanti libici in attesa di essere trasferiti su “navi madre” e barconi diretti verso le coste siciliane, anzi, verso le nostre navi della Marina Militare dell’operazione Mare Nostrum, che da mesi battono in lungo ed in largo il mare tra le coste nord africane e quelle italiane. Attualmente, secondo le informazioni raccolte sul posto dall’Aisi e dall’Aise (i nostri servizi interni ed esteri) oltre cinquecento “Katibe”, bande paramilitari armate fino ai denti, con la complicità di poliziotti e della guardia costiera libica corrotti, gestiscono il grande business dell’immigrazione clandestina verso l’Italia. Le aree maggiormente interessate all’organizzazione delle “partenze” sono quelle intorno a Tripoli, Misurata e Bengasi dove arrivano le centinaia di migliaia di disperati provenienti da Sudan, dalla Nigeria e  da altri paesi cel Centro Africa e che fanno capo a due grandi punti di “raccolta” e “snodo”, l’oasi di Kufra (nel sud-est della Libia) e l’area di Sebah (nel sud Ovest).  Ed in seguito del conflitto nel Mali il Niger è diventato il principale collettore pre-libico degli africani che si muovono dai Paesi del Centro Africa e che “sbarcano”

a Sebha. Sul versante orientale del continente il punto di raccolta per coloro che provengono dal Corno d’Africa, prima dell’ingresso in Libia, è la città sudanese di Khartoum, ultima tappa pre-libica prima dell’arrivo nei centri di raccolta libici.

fonte: palermo.repubblica.it






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