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Immigrazione, il sogno di Felix sopravvissuto al mare: “La pace”

catania.blogsicilia.it – Ha gli occhi che raccontano il dolore, ma lo sguardo fiducioso nel futuro. La testimonianza di un migrante che sbarcato a Lampedusa nell’estate del 2013 è ospite del Cara di Mineo dove è in attesa di ottenere lo stato di rifugiato politico.

“My name is Felix, I am 19th years old…” inizia così il suo racconto. Durante la traversata, sull’imbarcazione in cui era salito, partito dalla Libia, dove per mesi era stato prigioniero, morirono sei suoi connazionali. Anche per loro, così come per Felix, quel lungo viaggio doveva essere quello della speranza, il progetto di un futuro migliore in Italia o in un altro paese dell’Europa.

“Mia madre è originaria del Ghana – racconta – mio padre è maliano. Mia madre era una donna d’affari, comprava cose in Mali e le vendeva in Ghana. Là si sono incontrati con mio padre hanno avuto una relazione e lei è rimasta incinta. Ma sposarsi era impossibile perché mia madre era musulmana e mio padre cristiano. E ci sarebbe stato il matrimonio solo se mia madre fosse diventata cristiana e la famiglia di mia madre non ha accettato…”.

“La vita in Ghana era diventata per me impossibile e ne ho cercato una migliore e sono arrivato in Libia. Sono arrivato attraverso il deserto: lì o sopravvivi o muori. Molte persone sono morte, tra cui molti miei amici, io sono rimasto vivo, ma sono stato prigioniero e ho subito tante torture. Sono stato preso a botte, nel mio corpo porto i segni delle torture…”.

“Stare in Libia non era buono per me e ho deciso di venire in Italia. In prigione ho conosciuto qualcuno che mi ha fatto lavorare per diversi mesi, poi un giorno mi hanno detto di scendere in spiaggia e mi hanno messo su una barca. Non sapevo che sarei venuto in Italia…”.

Oggi Felix, che da dicembre fa parte della Comunità di Sant’Egidio, è a Catania. Nel giorno dei funerali delle 17 vittime del naufragio del 2 maggio ha voluto portare la sua testimonianza e lanciare un appello di pace.

<LE FOTO DEI FUNERALI>

“Io rappresento uno dei giovani per la pace – ha raccontato Felix – a dicembre, la notte di Natale, sono entrato a fare parte di questo movimento. Farne parte ha cambiato la mia vita, perché quando vivevo in Africa non conoscevo la parola ‘pace’ e anche per me stesso non avevo pace. Questo è il motivo per cui noi migranti veniamo qui in Europa…”

“Sono veramente triste oggi, perché io sono passato attraverso il mare e so cosa vuol dire e questo sarebbe potuto succedere anche a me solo Dio che ci ha salvati. Nella mia barca abbiamo avuto lo stesso problema. Ho visto la morte con i miei occhi”.

Felix è in attesa dello status di rifugiato politico – “Sono contento di quello che il Governo italiano e gli italiani hanno fatto per me. Se avrò i documenti lavorerò duro per l’Italia e ho un sogno aiutare le persone povere come me e quelle senza casa come me e aiutare il mondo a portare pace”.

fonte: http://catania.blogsicilia.it/immigrazione-il-sogno-di-felix-sopravvissuto-al-mare-la-pace/257101/






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