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Processo farsa a Radio Shabelle di Mogadiscio

Shukri Said – Primavera Africana – Come in tutti i regimi illiberali che non si possono rispettare, anche Damul Jadid, la setta dei Fratelli Musulmani che infesta il governo di Mogadiscio, prepara il suo processo farsa a carico di Abdimalik Yousuf Mohamud, l’editore di Media Shabelle Network che diffonde sia Radio Shabelle che Sky FM, tratto in arresto l’altro ieri con gran parte del personale delle due emittenti: in tutto venti persone compresi gli addetti alle pulizie.

Ieri diciassette degli arrestati sono stati liberati mentre Abdimalik Yousuf Mohamud, il Direttore  Responsabile Mahamud Mohamed Dahir Arab e il capo del personale Mohamed Abdi Hassan sono rimasti in carcere.

Per certo Abdimalik Yousuf Mohamud è stato massacrato di botte ed ora ha una costola rotta e una spalla slogata.

Alcuni collaboratori ora rilasciati sono stati torturati anche con la corrente elettrica affinché accusino Abdimalik Yousuf Mohamud di appartenere agli Al Shabab, così ridotti a parafulmine di ogni nefandezza del regime a conferma del loro attuale indebolimento.

E’ con questi testimoni che i Rohan di Damul Jadid intendono portare Abdimalik Yousuf Mohamud a processo per direttissima.

L’accusa sarà affidata a Ahmed Ali Dahir, appena appositamente nominato procuratore da Farah Abduqadir, Ministro della giustizia e capo dei Damul Jadid al potere in Somalia.

Il neo Procuratore Ahmed Ali Dahir, intervistato dalla televisione, ha dichiarato che si appresta a chiedere una condanna esemplare.

Sempre ieri, in un incontro con la stampa, il Primo Ministro Abdiweli Sheikh Ahmed ha preso le distanze dall’operazione contro Radio Shabelle dichiarando di non conoscerne i dettagli.

Il Ministro dell’informazione Mustafa Dhuhulow, da noi raggiunto telefonicamente questa mattina, ha confermato la posizione del Primo Ministro dicendo che attende una relazione dettagliata da parte degli inquirenti e che entro oggi si recherà a visitare i detenuti dopodiché, anche in qualità di Portavoce del Governo, farà seguire una dichiarazione ufficiale.

L’operazione contro Radio Shabelle viene quindi a circoscriversi nell’ambito del Ministro della Sicurezza Khalif Ahmed Ereg, ex capo della sicurezza della Regione Barandir ai tempi di Sheikh Ahmed, che risponde direttamente al Presidente Hassan Sheikh Mohamud il quale, a questo punto, farebbe bene a prendere le distanze da un’operazione che l’Occidente vive come un attacco frontale alla stampa libera e che non potrà restare privo di conseguenze.






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