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In Somalia nuovi governo e opposizione

Shukri Said – Primavera Africana – Dal 9 febbraio scorso la Somalia ha un nuovo governo composto da 26 ministri, 14 vice ministri e 26 sottosegretari. Un numero spropositato, ha commentato dagli Stati Uniti l’ex Primo Ministro Mohamed Mohmed Farmajo, eppure un vero successo del Parlamento che ha costretto il Primo Ministro Omar Abdirashid Ali, detto Sharmarke, a cambiare per due volte la lista dei prescelti.
Il Parlamento ha approvato per alzata di mano il nuovo Consiglio dei Ministri con ben 191 voti a favore e soli 22 contrari su 220 presenti. D’altra parte in questo nuovo governo tutte le componenti claniche sono ben rappresentate, tanto che si parla di un governo 5.0 rispetto alla regola del 4.5 (un esponente per ognuno dei quattro clan principali e metà per le minoranze: la “metà”, ormai, non esiste più).
Le novità del nuovo collegio di indirizzo politico della Somalia sono sopratutto di immagine perché non ne fanno più parte esponenti di primo piano, almeno ufficialmente, aderenti all’organizzazione islamico-affaristica di Damul Jadid, un’emanazione dei Fratelli Musulmani, quali l’ex ministro della giustizia e della Costituzione Farah Abdulkadir, oppure Abdikarim Hussein Guled, ex Ministro dell’Interno prima e della Sicurezza poi, e neanche Abdullahi Mohamed Ali, detto Sanbaloshe, ex capo della Polizia politica, che pure erano in cima alla prima lista che Sharmarke aveva in animo di presentare al Parlamento dietro ispirazione del Presidente Hassan Sheikh Mohamud.
Anzi, per la prima volta il Presidente Mohamud, dopo il rifiuto anche della seconda lista da parte del Parlamento, ha temuto per la sua poltrona ed infine ha ceduto.
Il nuovo Consiglio dei ministri è composto quasi tutto da nuovi personaggi, in gran parte di giovani sconosciuti. Di esponenti già noti vi sono solo l’ex Governatore della Banca Centrale Abdusalam Omar, nominato agli esteri, e l’ex Capo di Stato Maggiore Gen. Abdulkadir Sheikh Ali Dini,
nominato per la difesa.
D’altra parte bisogna anche dire che nessuno si aspetta grandi risultati da questa nuova compagine governativa che deve ora affrontare, praticamente dall’inizio, il varo della nuova Costituzione entro la fine del 2015 e le elezioni universali ad agosto 2016 oltre liberare il Paese dagli Al Shabab e completare le istituzioni locali. Tanto è vero che la stampa somala non ha dato grande risalto all’evento.
Molto più interessante sul piano politico è, invece, la costituzione del Forum per l’Unità e la Democrazia per iniziativa dell’ex Primo Ministro Abdiweli Sheikh Ahmed ed altre illustri personalità quali il Prof. Mohamed Abdi Gahandi e il Prof. Abdishukur Sheikh Hassan Fiqi.
Il Forum, che riunisce esponenti politici, mondo accademico e rappresentanti della società civile, oltre ad altri personaggi di spicco, si è riunito in sede fondativa lo scorso 17 febbraio presso la Casa dei Popoli di Mogadiscio con lo scopo di offrire il primo dialogo a livello nazionale e internazionale sulle priorità del paese proponendosi quale catalizzatore fondamentale per il programma di riforme e l’attuazione di “Vision 2016”, la “road map” che dovrebbe portare alle elezioni universali in Somalia.
L’Ex Primo Ministro Abdiweli, da noi raggiunto al telefono, ha detto che il Forum vuole proporre a tutti i somali ed ai partners internazionali la piattaforma per una Somaia democratica, moderata, tollerante, laica, inclusiva e aperta ad ogni appartenenza culturale, religiosa e di genere: la casa dei progressisti somali in cui tutti possano riconoscersi e collaborare. In questo senso il Forum seguirà con attenzione l’operato del nuovo governo e quanto questo farà sul versante dei diritti civili, della libertà di stampa e della tutela di donne e minori. Su questo punto, ha detto Abdiweli, il Forum farà scudo contro i poteri forti del regime e contro ogni sopruso.
La prima vittoria di questo gruppo di somali illuminati è stato, in Parlamento, quello di costringere per due volte il Presidente Hassan Sheikh Mohamud e i suoi sodali di Damul Jadid a cambiare radicalmente il consiglio di ministri.






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