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Sea Watch: «Ecco i dialoghi con Roma e Tripoli sul barcone di migranti che si è ribaltato»

La richiesta di soccorso, l’intervento del mercantile in aiuto, i contatti con i Centri di coordinamento del soccorso marittimo di Tripoli e Roma.

Quest’ultimo che, secondo la Ong, riattacca il telefono senza rispondere alla domanda su chi fosse l’autorità responsabile del soccorso del barcone partito dalla Libia e che si è ribaltato causando 30 dispersi in mare.

Sea watch ha pubblicato il resoconto dei colloqui intercorsi tra il suo aereo Sea Bird, che per primo ha avvistato l’imbarcazione, e gli altri protagonisti entrati nell’operazione. Questa la ricostruzione di Sea Watch: il primo sos viene inviato alle 2.28 dell’11 marzo da Alarm Phone che ha ricevuto la chiamata dall’imbarcazione in pericolo. Alle 10.32 Sea Bird la avvista e lancia un mayday che viene raccolto dal mercantile Basilis L. Un’ora dopo Sea Bird ricontatta il mercantile per fornirgli le coordinate aggiornate della posizione della barca. Ma dal Basilis L. rispondono che sono in contatto con il Centro di coordinamento del soccorso marittimo della Guardia costiera di Roma (Mrcc) che li ha invitati a seguire le indicazioni della Guardia costiera libica, la quale «ci ha detto di procedere» verso l’obiettivo. Alle 16.51 Sea Bird contatta il Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Tripoli per sapere se sta inviando mezzi da Bengasi per soccorrere l’imbarcazione. «Non abbiamo motovedette da mandare», fanno sapere dalla Libia. Alle 17.06 l’equipaggio di terra del Sea Bird contatta Mrcc di Roma per sapere sviluppi sul caso. «Avete un aggiornamento della situazione?», chiede la Guardia costiera . «No, il nostro aereo ha lasciato la scena», è la risposta di Sea Bird. «Ma – aggiunge – abbiamo appena chiamato il Centro di coordinamento della Libia in quanto autorità competente e ci hanno informato che hanno provato a mettersi contatto con l’autorità portuale di Bengasi, ma che non ci sono riusciti e nessuna nave si è mossa in soccorso. Ora l’imbarcazione è seguita solo dal mercantile di cui vi abbiamo informato. Chi è responsabile ora per questo caso visto che il centro libico non è in grado di rispondere?». «Ok, grazie per l’informazione, bye», è la risposta di Roma, che secondo Sea Watch riattacca il telefono.E la Guardia costiera precisa – come riportato da Giusi Fasano: «Nessuno ha riattaccato in faccia il telefono, come dimostra lo stesso audio, l’ufficiale ha chiuso cortesemente la chiamata ringraziando e salutando. Non siamo tenuti a dare informazioni a chi ci chiama. Noi riceviamo le informazioni, non le diamo. Le sale operative di emergenza avevano già processato le informazioni ed erano già operative. In un primo momento i libici hanno coordinato l’intervento perché era di loro competenza. In queste situazioni se uno Stato non ce la fa chiede il supporto di altri Stati, in questo caso noi. Che infatti abbiamo inviato tre mercantili verso la barca e che siamo stati gli unici a intervenire».

 

VIA: https://video.corriere.it/cronaca/sea-watch-ecco-dialoghi-roma-tripoli-barcone-migranti-ribaltato/734b0bb6-c1ce-11ed-839f-35544f562c09






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