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Uccisa giornalista a Mogadiscio

Shukri Said – Blog Primavera Africana – Hindiyo Haji Mohamed, giornalista della televisione di Stato somala e di Radio Mogadiscio, è stata deliberatamente uccisa in questi giorni da una bomba piazzata sotto la sua auto esplosa mentre transitava nella zona centrale denominata Km 4, considerata tra le più sicure di Mogadiscio.

La giornalista uccisa Hindiyo Haji Mohamed

La giornalista uccisa Hindiyo Haji Mohamed

Hindiyo Haji Mohamed aveva 27 anni e stava tornando a casa dalla Somali International University (SIU) dove studiava. Era madre di quattro figli e vedova di un altro giornalista, Liban Ali Nur, assassinato il 20 settembre 2012 a Mogadiscio. Anche Nur lavorava per la televisione di Stato somala.

L’Unione nazionale dei giornalisti somali (NUSOJ) ha condannato fermamente l’omicidio e il suo Segretario generale Omar Faruk Osman ha detto: “Tutti noi piangiamo l’assassinio disastroso di Hindiyo Haji Mohamed che è un altro richiamo dei rischi che i giornalisti somali continuano ad affrontare quotidianamente. ”

Hindiyo Haji Mohamed è la prima giornalista uccisa in Somalia negli ultimi cinque anni, ma è anche il sesto esponente degli organi di stampa ad essere stato assassinato in Somalia nel 2015.

Mentre la libertà di espressione continua ad essere poco garantita, le Nazioni Unite hanno promosso un avvicendamento ai vertici dell’ufficio dedicato alla Somalia. Al posto di Nicholas Kay – che concluderà il suo mandato alla fine di quest’anno – Ban Ki-moon ha designato Michael Keating, anche lui inglese, a capo della missione ONU per il Paese del Corno d’Africa (UNSOM).

E’ auspicabile che questo ricambio migliori l’intervento della comunità internazionale in Somalia. Negli ultimi tre anni non vi sono stati sostanziali progressi sulla road map che era stata disegnata nel 2012 e l’obiettivo delle elezioni universali previste per il prossimo agosto è fallito. Le elezioni si terranno, ma probabilmente con un sistema indiretto di deputati regionali.

L’azione dell’ONU è stata debole e Nicholas Kay non è riuscito minimamente ad imporsi sulle molli istituzioni di Mogadiscio.

Non resta che sperare in una più incisiva presenza dell’ONU con Michael Keating il quale sembra avere alle sue spalle una carriera considerevole, tra incarichi pubblici per le Nazioni Unite – operando in Malawi, Gaza / Gerusalemme, New York, Ginevra, Afghanistan e Pakistan – ed il settore privato, dove ha collaborato con aziende ed enti del settore pubblico impegnati sui temi ambientali, sanitari, della formazione, dei diritti umani e dello sviluppo.

Michael Keating nuovo capo missione UNSOM

Michael Keating nuovo capo missione UNSOM

Bisognerà ora vedere come tutta questa esperienza di Michael Keating saprà dispiegarsi per la soluzione dei gravi problemi che ancora affiggono la Somalia, particolarmente in vista delle elezioni della prossima estate.

Un esempio dei problemi è il riaccendersi della guerra civile, questa volta tra due Stati Federali: il

, al cui governo è appena stato eletto Guled, fedelissimo del Presidente Hassan Sheikh Mohamud, e il Puntland governato dall’ex Primo Ministro somalo Abdiweli Ali Gaas.

Il conflitto è scoppiato quando, creato lo Stato Federale del Galmudug, si è preteso che estendesse i suoi confini su un quartiere dell’antica città di Galkayo, sino ad allora amministrata dal Puntland. La città risulta ora divisa in due parti che si fronteggiano militarmente come a Gerusalemme. Galkayo è stata abbandonata da gran parte della sua popolazione negli ultimi giorni anche a causa dei bombardamenti delle truppe del Galmudug che impiegano le armi pesanti del Governo centrale.






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