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Ue: un commissario Immigrazione Juncker: priorità lavoro e crescita

Il presidente designato della Ue annuncia un governo economico e dichiara che i problemi dell’immigrazione devono interessare l’Europa tutta. “Basta con i nazionalismi – aggiunge – Si vince e si perde insieme”

Nella Ue “non ci sarà alcun ulteriore allargamento nei prossimi cinque anni”. E’ quanto ha detto, presentando le sue priorità politiche inviato ai parlamentari di Strasburgo, il presidente designato dal Consiglio europeo Jean Claude Juncker. Tuttavia, ha aggiunto, “gli attuali negoziati continueranno, in particolare per i Balcani occidentali che hanno bisogno di una prospettiva europea”.

Un commissario per l’immigrazione – Il presidente designato ha poi dichiarato che i problemi dell’immigrazione non sono solo dei Paesi del sud ma “dell’Europa tutta”. E ha sottolineato la necessità di “una nuova politica Ue per l’immigrazione legale”, annunciando che nominerà “un commissario speciale per l’Immigrazione che lavori insieme a tutti gli Stati membri e con i Paesi terzi più interessati”. E nel documento programmatico ha indicato che “un budget di appena 90 milioni” per Frontex “certamente non basta” per i compiti. 
Priorità al lavoro e alla crescita – La “prima priorità”, ha detto ancora Juncker in aula, “è rafforzare la competitività e stimolare gli investimenti”. Nei primi tre mesi, precisa, presenterà dunque “un ambizioso pacchetto per lavoro, crescita e investimenti”, che attraverso la Banca europea internazionale e il bilancio europeo “mobilizzerà fino a 300 miliardi in tre anni”.

“Faremo un governo economico” – “Creeremo un governo economico della Ue, che dovrà essere rigororsa con le riforme strutturali”. Tale governo si dovrà esprimere in “stimoli finanziari per accompagnare le riforme con la creazione di una capacità di bilancio propria dell’Eurozona”. Juncker ha inoltre auspicato un “rappresentante unico” per l’euro nelle istituzioni di Bretton Woods. Juncker insiste poi sullo spirito di solidarietà dell’Unione dicendo: “Rinunciamo al nazionalismo” perché in Europa “si vince e si perde tutti insieme”. E invita leader e parlamentari a “non dire sì a Bruxelles e no in altri luoghi”.

“Fieri dell’euro” – “Dobbiamo essere fieri di aver creato la moneta unica – ha detto ancora Juncker – che non divide l’Europa, ma la protegge”. Il passaggio è stato accolto da un lungo applauso ma anche da voci di dissenso dagli euroscettici.

Flessibilità, “utilizzare i margini che ci sono nel Patto” – Il presidente designato ha fatto poi riferimento al Patto di stabilità dicendo: “Non lo modificheremo” perché “la stabilità è stata promessa con l’introduzione della moneta unica” e “io non violerò questa promessa” ma il vertice di giugno “ha constatato che ci sono margini di flessibilità che devono essere utilizzati: lo abbiamo fatto nel passato e lo faremo anche di più nel futuro”.

I socialisti per il sì a Juncker – Si apprende intanto che la “larga maggioranza” del gruppo socialista al Parlamento europeo ha deciso di esprimere un voto favorevole a Juncker nel ballottaggio a scrutinio segreto, in programma nella plenaria. La decisione è stata presa durante la riunione del gruppo S&D, presieduto da Gianni Pittella, dopo che il presidente designato per la Commissione ha inviato il suo documento programmatico a tutti gli europarlamentari.

Sì anche dal gruppo liberal-democratico – Anche i liberal-democratici di Alde voteranno a favore di Jean Claude Juncker. Nella riunione di martedì mattina il programma inviato dal presidente della Commissione europea designato dal Consiglio è stato considerato “un miglioramento” e, a quanto si apprende, il capogruppo Guy Verhofstadt ha affermato che “sarebbe stato irresponsabile” votare contro.

fonte: tgcom24.mediaset.it






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