Main Menu

Immigrati e affitti. Una legge regionale anti discriminazioni “Ma è difficile obbligare il privato a rispettarla”

BEPPE MINELLO – lastampa.it – Nell’assegnazione delle case popolari, tutte le famiglie sono considerate uguali purché in regola con leggi e fisco: ma le norme sono giudicate troppo penalizzanti per gli italiani

E dire che siamo la regione, almeno sulla carta, forse più avanti nella difficile battaglia contro le discriminazioni, qualunque esse siano. Anche quelle che alzano barriere contro gli immigrati che cercano casa. Accadeva già negli Anni 60 contro i meridionali, accade oggi contro gli immigrati extracomunitari.

L’ha ben documentato l’inchiesta pubblicata su La Stampa di ieri: su 60 agenzie torinesi contattate, una bella fetta, saputo che l’aspirante inquilino era un extracomunitario, ha fatto retromarcia: niente affitto. Il caso vuole che domani, in giunta regionale approdi il regolamento attuativo della legge approvata un anno fa e con la quale Chiamparino e i suoi assessori, Monica Cerutti in testa che firma il documento di domani, si pongono l’obiettivo di concretizzare il divieto di discriminazione e il dovere di assicurare e promuovere l’uguaglianza.

 

PARI OPPORTUNITÀ

«Nessun’altra Regione italiana ha una legge così», spiegano Monica Cerutti e Enzo Cucco, referente del Centro regionale contro la discriminazione. Ci sono leggi specifiche contro l’omofobia e per tutelare le pari opportunità. La legge piemontese intende intervenire su tutto: salute, prestazioni sanitarie e politiche sociali; nella formazione professionale e nella scuola; nelle politiche del lavoro; delle attività culturali, turistiche, sportive; nella formazione del personale regionale; nella comunicazione, nei trasporti e nella mobilità e, ovviamente, nel diritto alla casa.

 

VERITÀ NASCOSTE

«Dove siamo già molto avanti – spiegano Cerutti e Cucco – ma sono norme molto difficili da applicare nell’ambito privato: non abbiamo strumenti per obbligare qualcuno a non fare discriminazioni. Quando ci sono è difficilissimo dimostrarle». E se anche una vittima volesse ribellarsi, le possibilità di ottenere giustizia sono basse. «Sono rari i casi di chi sceglie di affidarsi a un avvocato. Certamente per i costi, ma soprattutto per il reale rischio di non trovare nessun altro padrone di casa disposto a concedere in affitto il proprio immobile» spiega Enzo Cucco: «Credo che almeno il 90% di affitti negati perché il cliente è un immigrato non venga a galla». Con la denuncia si apre una causa civile per violazione del principio di uguaglianza che, quasi sempre, finisce con un risarcimento. Una strada imboccata spesso nel mondo del lavoro, soprattutto da donne molestate o obbligate, ad esempio, a firmare lettere di licenziamento in bianco nel caso rimangano incinte. «Chi fa causa perché s’è sentito dire “Sporco negro” non vuole tornare a lavorare in un luogo tanto ostile: incassa l’indennizzo, sempre che riesca a dimostrare l’accusa, e la causa si chiude senza fare statistica» spiega ancora Cucco.

 

FONDO ANTI DISCRIMINAZIONE

Tra le cose che introduce la legge regionale, c’è il finanziamento del Fondo vittime di discriminazione con 200 mila euro. Fondo al quale, ad esempio, i legali possono attingere per ottenere il pagamento delle proprie parcelle. Funziona come il Fondo per le vittime di violenze sessuali, l’unico esistente in Italia. Il regolamento che verrà approvato domani farà rivivere la rete antidiscriminazione (un centro in ogni capoluogo, due a Torino) creata all’epoca della presidente Bresso per ovviare allo stop a una legge uguale a quella approvata invece con Chiamparino. Stop arrivato soprattutto per l’ostilità dell’ala cattolica del Pd su temi delicati come l’orientamento sessuale e, guarda un po’, l’equiparazione del diritto alla casa fra immigrati e non immigrati. Insomma, C’è molta strada da fare, ma in ogni senso. Perché se è vero che nessuno, oggi, si sognerebbe di appendere cartelli con su scritto «Non si affitta a meridionali», non si può ignorare una considerazione di Piero Fassino durante la campagna elettorale che l’ha visto sconfitto a giugno: «L’assegnazione di case popolari alle famiglie extracomunitarie è un diritto sacrosanto, ma le regole in vigore sembrano troppo penalizzanti per le famiglie italiane…».

 

fonte: http://www.lastampa.it/2017/01/29/cronaca/immigrati-e-affitti-una-legge-regionale-anti-discriminazioni-sb1taalx1P8xIGudhQtiGN/pagina.html

 






Comments are Closed