Immigrazione, a Catania le dieci donne morte in mare

Ancora tragedie del mare e ancora sangue nelle acque del Canale di Sicilia. Sono arrivate a Catania le 10 donne vittime dello sbarco delle scorse ore al largo delle coste libiche. Le salme sono giunte nel capoluogo etneo a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera, che ha trasportato anche 348 immigrati soccorsi in più interventi di nel mare Mediterraneo. Le donne si trovavano a bordo di un gommone, che ha cominciato a capovolgersi a circa 20 miglia dalle coste della Libia. Sul posto è intervenuta la nave Diciotti, della Guardia Costiera, partita dopo avere ricevuto la richiesta di soccorso. Oltre alle vittime sono 107 i superstiti tra i quali anche diversi bambini.
“Le donne, in molti casi incinte, i bambini e i minori soli sono ancora più esposti al rischio della vita quando accadono i naufragi, e molti di loro sono tra le vittime – ha dichiarato Raffaela Milano, di Save the Children – E’ indispensabile, pertanto che la comunità internazionale, e in primo luogo l’Europa, moltiplichi gli sforzi per realizzare vie di accesso sicure dalle aree di crisi e dai paesi di transito”. Secondo le stime di Save the Children, dall’inizio dell’anno sono arrivati via mare in Italia oltre 66.000 migranti, fra cui almeno 7.880 donne e oltre 10.500 minori, di cui circa 9.570 non accompagnati.
Poco dopo il recupero delle 10 donne, la Capitaneria di Porto ha dovuto soccorrere un altro barcone alla deriva con a bordo 116 persone tutte tratte in salvo. Un incidente che è avvenuto proprio nel giorno in cui è giunto ad Augusta il relitto del peschereccio affondato il 18 aprile 2015, provocando la morte – secondo i testimoni – di circa 700 migranti. La peggiore tragedia di sempre.
Intanto, a Ragusa sono state fermate due persone accusate di essere i presunti scafisti dello sbarco di 375 migranti avvenuto tre giorni fa a Pozzallo. Si tratta di due minorenni che sono state condotte in un centro di prima accoglienza.
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