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Immigrazione, settanta profughi trasferiti da Trieste

TRIESTE Riparte il piano di distribuzione territoriale dei profughi. Il pressing della Regione sul governo, a cui si è aggiunto l’appello del sindaco di TriesteRoberto Cosolini, non è rimasto inascoltato. Sono 70 i richiedenti asilo che, a partire da oggi, saranno spostati dal capoluogo in altre strutture di accoglienza del Paese. Altri 40 lasceranno Udine e altri 90 Gorizia. A questi primi duecento se ne aggiungeranno altrettanti la prossima settimana.

«Il flusso in uscita – commenta l’assessore regionale Gianni Torrenti – permetterà di dare risposta alle situazioni di maggior saturazione, a dimostrazione del fatto che la gestione dei transiti funziona e che nel contesto della ragionevolezza si possono trovare soluzioni capaci di contemperare l’esigenza umanitaria con gli equilibri del territorio».

 

L’invio di duecento richiedenti in altri centri consentirà di ripristinare spazi d’accoglienza per far fronte ad altri arrivi, «in una logica di capienza proporzionale tra i vari territori del Paese», assicura Torrenti. E ancora: «La gestione bilanciata dei flussi dimostra che il nostro modello, di fronte a un problema molto grande, funziona e che l’interlocuzione con il governo è rispondente. L’obiettivo resta quello di dare soluzioni concrete a una questione che investe il diritto d’asilo in un contesto in cui anche settori dell’opposizione regionale hanno manifestato un atteggiamento politico responsabile e apprezzabile».

Ma le criticità riscontrate soprattutto a Trieste, con le decine di profughi accampati per settimane al Silos (ora sgomberato), innescano le critiche dell’Ics. Il Consorzio italiano di solidarietà, in prima linea nella gestione dei migranti, chiede un maggior impegno alla Regione.

«In Friuli Venezia Giulia – accusa il presidente Gianfranco Schiavone – manca un equilibrio nella distribuzione. Come noto, ci sono vari Comuni che non ospitano alcun rifugiato e il quadro complessivo non sta affatto migliorando in modo apprezzabile. Il piano regionale di accoglienza diffusa non funziona. O se sì, in modo piuttosto ridotto. È necessario un investimento politico più forte». Anche perché, in caso di nuovi arrivi, l’Ics teme di trovarsi punto e a capo, cioè di non avere spazi sufficienti. «Il sistema locale può assorbire i flussi solo nella misura in cui esiste un normale turnover», ricorda ancora Schiavone.

La decisione di Cosolini di scrivere a Roma per chiedere aiuto nella gestione dei migranti, non placa però le polemiche della Lega. «Il Pd ha preso coscienza del problema – sostiene il segretario provinciale Pierpaolo Roberti – tanto da appellarsi al Viminale per la ricollocazione degli oltre 1.200 profughi in città. È uno scaricabarile del sindaco uscente che, anziché battersi per la chiusura dei confini, cerca di lavarsi la coscienza rifilando a qualche suo collega la patata bollente».

fonte: http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/11/25/news/settanta-profughi-trasferiti-da-trieste-1.12507329



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