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Al Shabab abbandona Barawe

Shukri Said – Primavera Africana – I residenti di Barawe, l’importante porto a 200 chilometri a sud di Mogadiscio, hanno diffuso la notizia che gli Al Shabab hanno abbandonato ieri la città senza combattere di fronte all’avanzata delle truppe di AMISOM e dell’esercito nazionale giunte in prossimità delle prima case.

Gli islamisti hanno giustificato con gli abitanti il loro allontanamento come una ritirata strategica al fine di non coinvolgere i civili nei combattimenti.

Si ritiene, però, che gli Al Shabab abbiano costruito dei fortini nell’entroterra dove si rinserreranno con tutte le loro armi.

L’abbandono di Barawe è tuttavia un duro colpo per i fondamentalisti che vi si erano insediati dopo aver dovuto abbandonare Kismayo, porto ancora più importante e più a sud, per l’attacco delle truppe keniote.

Gli Al Shabab hanno bisogno dei porti vivendo dell’esportazione dei prodotti somali, da quelli agricoli, alla carne, dalla carbonella ottenuta con la deforestazione del territorio, ai trofei degli animali selvatici e protetti, incluse le zanne di elefante e i corni di rinoceronti.

Abbandonare Barawe, capitale del loro governo, non è stata quindi una scelta facile per Al Shabab ed è la prima difficile che il nuovo loro capo Mahad Omar Abdikarim (uno dei tanti nomi che usa) ha dovuto adottare.

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Mahad Omar Abikarim, nuovo capo di Al Shabab succeduto a Godane

Mahad Omar Abdikarim a metà settembre è succeduto nella guida degli Al Shabab al cugino Ahmed Abdi Godane ucciso pochi giorni prima da un drone americano assieme ad altri capi islamisti.

Nella città  di Barawe si festeggia la liberazione dal pesante giogo della Sharia, la legge islamica applicata alla lettera che appena una settimana fa aveva portato alla lapidazione di Safia Ahmed Jimale, ragazza e madre di 33 anni accusata di poligamia.

Lapidazione

Un momento della lapidazione

 






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