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Fibrillazioni per le elezioni 2016 in Somalia

Shukri Said – Blog Primavera Africana – Le elezioni di tutte le più importanti cariche istituzionali, previste in Somalia per il prossimo agosto, stanno mettendo in fibrillazione sia gli equilibri interni che i rapporti internazionali dell’importante Paese del Corno d’Africa.

L’opposizione del Presidente della regione del Puntland  Abdiweli Mohamed Ali Gaas alla legge elettorale, fondata sul sistema clanico denominato “4.5”, cioè un rappresentante per ciascuno dei quattro clan principali e metà dei rappresentanti per l’insieme dei clan minori, ha ottenuto effetto solo per il futuro: sarà disapplicata nelle elezioni del 2020, ma per quelle della prossima estate resterà ancora in vigore.

Altrettanto non sembra avere possibilità di successo la richiesta del Presidente in carica della Repubblica Federale somala Hassan Sheikh Mohamud di rinviare a data da destinarsi le elezioni per l’impreparazione del Paese ad una simile prova, quando ancora la guerra civile ai terroristi di Al Shabab è in corso. Al Presidente Mohamud ha risposto Michael Keating, il nuovo rappresentante speciale dell’ONU che ha sostituito Nicholas Kay, che di rinvio non se ne parla neppure e che, anzi, ogni ritardo verrà addebitato agli attuali vertici istituzionali – lo stesso Mohamud, il Presidente del Parlamento Mohamed Osman Jowari ed il Primo Ministro Omar Abdirashid Ali Sharmarke – che hanno lasciato trascorrere i quattro anni del loro mandato senza attuare alcuno dei punti della road map indicata dalla comunità internazionale.

La maggiore responsabilità di questa inerzia viene addebitata proprio a Mohamud che per questo arriva con grande affanno alle imminenti elezioni. Nel tentativo di arroccarsi, Mohamud ha ieri sostituito i vertici della magistratura che avrà il compito di validare le elezioni e insignire il nuovo presidente.

Anche la Turchia non sembra soddisfatta della presidenza di Mohamud in questi ultimi quattro anni ed ecco che la Somalia risponde aprendosi per la prima volta con la Russia, paese col quale la Turchia non sta vivendo un buon rapporto dopo l’abbattimento del Mig in missione sui cieli della Siria lo scorso novembre.

Poco dopo la metà di aprile il PM Sharmarke è volato a Mosca dove ha incontrato il Ministro degli esteri Sergej Lavrov  dal quale ha avuto assicurazioni di sostegno economico, di equipaggiamento militare e di supporto nell’addestramento delle truppe per combattere i terroristi.


Lavrov accoglie Sharmarke a Mosca

L’incontro in Russia è stato il secondo sviluppo di un breve incontro che il Presidente Mohamud aveva avuto con Putin al Palazzo di Vetro in occasione del settantesimo anniversario dell’Assemblea Generale dell’ONU nell’ottobre 2015. Il primo era stato la nomina dell’ambasciatore russo a Mogadiscio all’inizio di quest’anno.

Tuttavia questo avvicinamento tra i due Paesi viene visto in Somalia come un altro passo falso di Mohamud perché erano russi gli addestratori dell’esercito dell’Etiopia che nel 1977/78 provò a resistere alle truppe somale di Siad Barre che intendevano riprendersi la regione dell’Ogaden per rifondare la “Grande Somalia”. L’esercito di Siad Barre aveva quasi travolto quello etiope quando arrivarono a sostegno di quest’ultimo contingenti militari da Cuba e numerosi consiglieri dell’Unione Sovietica che ribaltarono le sorti del conflitto tanto che ancora adesso l’Ogaden fa parte dell’Etiopia la quale, per questo, viene considerata un’invisa occupante del suolo somalo. E proprio l’Etiopia si fa sempre più invasiva in Somalia perseguendo lo scopo di suddividerne il territorio in piccoli staterelli regionali su base clanica sui quali poter meglio esercitare la propria influenza.

Ma l’accostamento della Somalia alla Russia non è solo uno sgarbo alla Turchia, bensì a tutta la comunità internazionale filoccidentale e l’Occidente ha prontamente risposto. Appena due giorni fa il Premier inglese Cameron ha inviato proprie truppe in Somalia e lo stesso due maggio l’ONU ha reso noto che invierà osservatori per controllare l’andamento delle elezioni del prossimo agosto.

Per altro verso l’organizzazione terroristica degli Al Shabab si sta rafforzando grazie ai nuovi legami con IS. Proprio oggi è stata resa nota l’uccisione di uomini bianchi dell’IS da parte dell’esercito somalo nella regione del Basso Shabelle, località sotto il controllo degli Al Shabab che, dopo la nuova alleanza terroristica, hanno nominato loro nuovo capo Sheikh Mohamed Abu Osama. Inoltre ieri sono state rinvenute in un covo dei terroristi armi in uso all’esercito somalo rafforzando l’impressione dei satirici, categoria che abbonda in Somalia, secondo cui il controllo di Mohamud sul territorio è circoscritto a Villa Somalia, la sede degli organi governativi a Mogadiscio.






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