Main Menu

Migranti, Commissione Ue adotta nuova agenda, ma resta divisione su nodo ‘quote’

repubblica.it – Mogherini: “Finalmente arriva una risposta europea”. Alfano: “Giorno della verità”. Ma la Gran Bretagna insiste: ” I migranti che attraversano il Mediterraneo per raggiungere l’Europa dovrebbero essere respinti”. E Repubblica ceca e dalla Slovacchia ribadiscono: “No a politica quote”. Per l’Italia proposta accoglienza dell’11,84%

Migranti, Commissione Ue adotta nuova agenda, ma resta divisione su nodo 'quote'
(ap)

BRUXELLES – Ridurre gli incentivi alla migrazione irregolare, gestire e rendere sicure le frontiere esterne della Ue, proteggere i richiedenti asilo e creare una nuova politica della migrazione legale. Questi i quattro pilastri su cui si basa la nuova agenda della Commissione Ue sul’immigrazione, approvata oggi. L’annuncio è stato fatto dall’alto rappresentante per gli Affari esteri, Federica Mogherini, con un tweet. Stando al piano, l’Italia sarà esonerata dal dover accogliere quote di nuovi profughi, ha specificato Mogherini, intendendo che il nostro Paese ha già superato la quota prevista dagli schemi di redistribuzione presentati oggi dalla Commissione.

Ripartizione tra gli Stati. Fra le azioni concrete e immediate dell’agenda c’è la proposta di distribuire i rifugiati fra gli stati membri, in situazioni di emergenza, secondo una chiave di ripartizione che terrà conto di quattro parametri: popolazione complessiva, pil, tasso di disoccupazione e rifugiati già accolti sul territorio nazionale. Il nuovo meccanismo si baserà sull’attivazione, per la prima volta, del sistema di emergenza previsto all’articolo 78, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che mira ad aiutare gli stati membri interessati da un afflusso improvviso di migranti.

Operazione contro trafficanti di uomini. Subito sarà lanciata un’operazione navale nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc) nel Mediterraneo volta a smantellare le organizzazioni dei trafficanti, soprattutto in Libia. La proposta sarà sottoposta già lunedì prossimo ai ministri degli Esteri e della Difesa dell’Ue, e più tardi, in giugno, al Parlamento europeo, ai ministri dell’Interno e infine al Consiglio europeo dei capi di stato e di governo, che dovrebbe varare l’operazione. Nel frattempo, ha detto l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini, “mi aspetto che il Consiglio di sicurezza onu adotti una risoluzione” che dia all’Ue la copertura del mandato internazionale per intervenire. Ma, ha puntualizzato Mogherini, “non ci saranno interventi di terra”, contrariamente a quanto aveva anticipato ilGuardian.  Intanto il governo e l’esercito libici a Tobruk ribadiscono il monito “a non toccare la sovranità dello Stato e avvertono tutte le imbarcazioni a non entrare nelle acque territoriali libiche se non dopo un coordinamento con gli organi competenti”. In caso di violazione il governo provvisorio “reagirà con bombardamenti come quelli contro il cargo turco”. L’esecutivo, che controlla la parte orientale della Libia ed è riconosciuto internazionalmente, in un comunicato ha sostenuto che “ciò che è avvenuto alla nave turca è la conseguenza della sua entrata di forza nelle acque territoriali libiche”. Le sue Forze armate, in un altro comunicato, avvertono che “non esiteranno” a “proteggere le proprie frontiere e acque territoriali con tutta la forza di cui dispongono”.

Triplicati mezzi per  Frontex, Triton e Poseidon. Il terzo punto dell’agenda  riguarda il rafforzamento di Triton e Poseidon, le operazioni congiunte di sorveglianza delle frontiere dell’agenzia Frontex, per le quali verranno triplicate le capacità e i mezzi nel 2015 e nel 2016, come aveva chiesto il Consiglio europeo strordinario del 23 aprile. Il rafforzamento delle operazioni Frontex significherà un aumento delle capacità e del raggio d’azione e di intervento per ricerca e salvataggi in mare. Oggi stesso la Commissione ha adottato un bilancio rettificativo per il 2015 che assicura i fondi necessari: un totale di 89 milioni di euro (57 milioni per il fondo asilo, migrazione e integrazione e 5 milioni per il fondo sicurezza interna) è stato stanziato per finanziamenti di emergenza destinati agli stati membri in prima linea, mentre entro fine maggio sarà presentato il nuovo piano operativo Triton.

Reinsediamento. Infine, l’ultimo punto, riguarda i rifugiati che già vivono nei campi profughi dei paesi terzi (in particolare Giordania e Turchia) che hanno un diritto già accertato alla protezione internazionale, e che l’alto Commissariato Onu per i rifugiati chiede da tempo di reinsediare, almeno in parte, nei paesi Ue. Entro fine maggio, la Commissione proporrà un programma di reinsediamento in tutti i Paesi Ue di 20.000 rifugiati con evidente bisogno di protezione internazionale, stanziando a questo fine un finanziamento supplementare di 50 milioni di euro per il 2015 e il 2016. Quest’ultima misura, il programma volontario di reinsediamento nell’Ue dei rifugiati oggi nei paesi terzi, non è da confondere con la prima misura sulle quote obbligatorie, ovvero il meccanismo di ripartizione negli stati membri dei richiedenti asilo che arrivano nell’Ue in situazione di emergenza.

Mogherini: “Grandi passi avanti”. “Dividere le responsabilità in Europa significa acquistare credibilità e la collaborazione con l’Onu è essenziale se vogliamo risolvere il problema”, ha detto Mogherini, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles. L’Alto rappresentante ha sottolineato che “finalmente arriva una risposta europea, ed è una risposta globale, che coglie tutti gli aspetti del problema. Abbiamo proceduto in modo integrato e coordinato”. Nelle ultime settimane, ha aggiunto Mogherini, l’Europa “ha compiuto passi da gigante” e, tra i provvedimenti adottati, c’è quello “di rafforzare la missione civile in Nigeria, dobbiamo affrontare la questione immigrazione anche prima che le persone arrivino in Libia. Dobbiamo rafforzare l’impegno con i paesi di origine delle migrazioni”.  Solo così, osserva Mogherini  “riusciremo ad affrontare le cause alla radice dell’emergenza distruggendo le organizzazioni criminali e aiutando i migranti a fuggire dalle loro mani”. Per quanto riguarda il nostro Paese, ha specificato  che sarà esonerata dal dover accogliere quote di nuovi profughi. “Metteremo in atto un sistema di quote. Dobbiamo essere più solidali tra di noi”: così il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker da Twitter, dopo l’approvazione dell’Agenda sull’immigrazione.

Le cifre. Il piano prevede la redistribuzione di migranti tra gli Stati membri in base a quote prestabilite: in Italia arriveranno il 9,94% di 20 mila profughi (meno di 2.000) che attualmente risiedono in campi profughi all’estero e che hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiati (reinsediamenti), e l’11,84% dei richiedenti asilo già presenti in Europa o che entreranno direttamente in territorio europeo (ricollocamenti). L’Italia ha la terza quota più alta per i ricollocamenti, cioè per la redistribuzione dei migranti già presenti in Ue. La prima è la Germania (18,42%) seguita dalla Francia (14,17%). Per i reinsediamenti dei profughi presenti nei campi di Paesi terzi, l’Italia è invece al quarto posto dopo Germania 15,43%, 3.086; Francia 11,87%, 2375; e Gran Bretagna 11,54%, 2309. Tuttavia il Regno Unito (così come Danimarca e Irlanda) ha la possibilità di “opt out” e quindi di non partecipare. Queste tutte le quote di distribuzione tra i Paesi Ue dei 20mila profughi provenienti dai campi di Paesi terzi: Austria 2,22%, 444; Belgio 2,45%, 490; Bulgaria 1,08%, 216; Croazia 1,58%, 315; Cipro 0,34%, 69; Repubblica Ceca 2,63%, 525; Danimarca 1,73%, 345; Estonia 1,63%, 326; Finlandia 1,46%, 293; Francia 11,87%, 2375; Germania, 15,43%, 3086; Grecia 1,61%, 323; Ungheria, 1,53%, 307; Irlanda 1,36%, 272; Italia 9,94%, 1989; Lettonia 1,10%, 220; Lituania, 1,03%, 207; Lussemburgo, 0,74%, 147; Malta, 0,6%, 121; Olanda, 3,66%, 732; Polonia, 4,81%, 962; Portogallo, 3,52%, 704; Romania, 3,29%, 657; Slovacchia 1,6%, 319; Slovenia, 1,03%, 207; Spagna 7,75%, 1549; Svezia, 2,46%, 491; Gran Bretagna 11,54%, 2309. Queste le quote di distribuzione tra i Paesi Ue dei profughi già presenti sul suolo europeo: Austria, 2,62%; Belgio, 2,91%; Bulgaria, 1,25%; Croazia, 1,73%; Cipro 0,39%; Repubblica Ceca, 2,98%; Estonia, 1,76%; Finlandia, 1,72%; Francia, 14,17%; Germania, 18,42%; Grecia, 1,9%; Ungheria, 1,79%; Italia, 11,84%; Lettonia, 1,21%; Lituania, 1,16%; Lussemburgo, 0,85%; Malta, 0,69%; Olanda, 4,35%; Polonia, 5,64%; Portogallo, 3,89%; Romania, 3,75%; Slovacchia, 1,78%; Slovenia, 1,15%; Spagna, 9,10%, Svezia, 2,92%.

Alfano: “Giorno della verità”. “Oggi è il giorno della verità, oggi potrebbe cadere il muro di Dublino, la direttiva cioè che impone ai migranti di restare nel Paese del primo ingresso”, aveva detto stamani, intervistato a Radio1 Rai, il ministro dell’interno Angelino Alfano. “Se oggi strappassimo il sì sulle quote dei migranti, ossia se ciascun Paese, sostanzialmente per via obbligatoria, accettasse di ricevere una quota di migranti che entrano in Europa, questo sarebbe davvero un primo successo importante. Si consentirebbe una circolazione ampia dei migranti, che a quel punto potrebbero andare in altri Paesi d’Europa e non solo in Italia. Non dimentichiamo che dopo la strage di Lampedusa, l’Italia fu lasciata completamente sola, spendendo 300 mila euro al giorno e 9 milioni al mese, nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. Siamo uno Stato sovrano e per quanto riguarda le verifiche sui migranti siamo pronti a continuare a fare da soli, come abbiamo fatto sinora. Ma – ha concesso Alfano – se ciò si inserisce nell’ambito di un accordo più ampio di ripartizione dei migranti, nel solco di una europeizzazione del problema, non sono contrario all’ingresso di funzionari internazionali che vengano a lavorare insieme a noi. Se, invece, vengono soltanto a raccogliere le impronte digitali e a controllare noi che già ci facciamo carico di tutto, allora no”.

Divisi sul nodo delle quote. Ma è proprio la questione delle quote il nodo più difficile da sciogliere. Per la Gran Bretagna, i migranti che attraversano il Mediterraneo per raggiungere l’Europa dovrebbero essere respinti, ha detto il ministro britannico dell’interno, Theresa May, in un editoriale pubblicato sulTimes. “L’Ue dovrebbe lavorare per stabilire dei siti di accoglienza sicuri in Africa del Nord, con un programma attivo di ritorno” dei migranti, ha scritto il ministro britannico. “Non sono d’accordo con il parere” del capo della diplomazia europea Federica Mogherini, secondo il quale “non un singolo rifugiato o migrante intercettato in mare sarà respinto contro la sua volontà”. “Un simile approccio non può che favorire la traversata del Mediterraneo e incoraggiare ancora più persone a mettere la loro vita in pericolo”, ha aggiunto May.  A questa critica la Commissione Ue ha risposto affermando che non fare nulla è la cosa più pericolosa: “Mi chiedo come si possa sostenere che questo peggiora la situazione” ha detto il primo vicepresidente della commissione Frans Timmermans.

Ferma opposizione all’introduzione delle quote obbligatorie per l’accoglienza dei migranti nell’Ue continua ad essere espressa dalla Repubblica ceca e dallaSlovacchia. La posizione dei due governi è stata ribadita durante un vertice a cui hanno partecipato i premier Bohuslav Sobotka e Robert Fico. “Per principio respingo qualsiasi politica delle quote”, ha detto lo slovacco Fico, secondo il quale ogni atteggiamento dell’Ue deve basarsi sul principio della volontarietà, rispettando le decisioni dei singoli Paesi. Fico prevede un “difficile scambio di opinioni” nell’Ue su questo tema. Per Sobotka le attuali iniziative che mirano alle quote obbligatorie costituiscono “una accelerazione forzata di tutto il processo, che potrebbe piuttosto danneggiare il dibattito sulla migrazione”. L’anno scorso la Repubblica ceca ha concesso asilo a 765 persone, per la maggior parte di Ucraina, Siria e Cuba. In Slovacchia l’asilo è stato ottenuto da 175 persone.

Avramopolous: “60 milioni a Paesi in prima linea”.  I Paesi europei del Mediterraneo avranno a disposizione 60 milioni di euro di aiuti di emergenza per gestire i flussi migratori, ha annunciato il commissario Ue agli Affari interni, Dimitris Avramopolous. L’agenda, ha spiegato, “è la risposta concreta alla necessità immediata di salvare vite umane e assistere i Paesi in prima linea con azioni coraggiose, come la maggior presenza in mare di navi coordinate da Frontex, i 60 milioni di euro stanziati per gli aiuti di emergenza e un piano d’azione che dispone provvedimenti seri contro coloro che si arricchiscono sfruttando la vulnerabilità dei migranti”.

fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2015/05/13/news/immigrazione_commissione_ue_adotta_nuova_agenda_alfano_oggi_giorno_della_verita_su_quote_-114249295/






Comments are Closed