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Triton, ovvero come badare più alle frontiere che alle vite umane

l ministro Alfano, dal Consiglio di Giustizia e Affari interni a Lussemburgo, dichiara: “Mare Nostrum ha salvato 1.400 persone. Ma dal I° novembre l’operazione Triton sostituirà Mare Nostrum”. Ma il sistema appare insufficiente a controllare il fenomeno migratorio senza l’appoggio dell’Italia. Amnesty International lancia un appello

ROMA – Triton è un’operazione inadeguata per la tutela di centinaia di persone che, soprattutto da Siria ed Eritrea, fuggono verso un futuro che spesso non vedono, come testimoniano i morti troppo frequenti. Ma in questi giorni, il ministro Alfano da Lussemburgo dichiara che Mare Nostrum verrà sostituito da Triton, operazione cui l’Ue ha destinato pochi fondi, che da sola non potrà controllare l’intero meccanismo che sta dietro alle migrazioni e che non tutela le intere coste del Mediterraneo. Amnesty International lancia l’appello “Le persone prima delle frontiere” e denuncia cifre paurose: 2500 persone sono annegate o disperse da inizio 2014, di cui oltre 2200 dal solo mese di giugno; 1 persona su 53 muore scappando dalla morte della propria terra: dal 1988 hanno perso la vita  21.344 persone in fuga.
Il percorso dell’agenzia Frontex e Triton. Frontex, l’agenzia europea per la gestione della cooperazione sulle frontiere esterne marittime e terrestri, a fine agosto aveva promesso di sostenere l’operazione italiana Mare Nostrum per il salvataggio dei migranti del Mediterraneo con l’operazione Frontex Plus, che avrebbe anche garantito la lotta alle mafie sulle coste africane e agli scafisti. Mare Nostrum e Frontex Plus, hanno poi dato vita a Triton, cui aderiscono, al momento, Francia, Germania e Spagna.  Ma, per la verità, Mare Nostrum non esisterà più.

Triton ingloberà le iniziative per i migranti. L’organizzazione Mare Nostrum ha salvato 140.000 persone, ora basta. Ci saranno altre migliaia di vittime da salvare, sì ma ora basta. Peccato, perché era un’operazione ben articolata: disponeva di 920 militari con navi, elicotteri e radar della Marina Militare, ma soprattutto era organizzata in un lavoro collettivo di tutela dei migranti e di lotta al traffico illegale di esseri umani in mare: Marina Militare, Aeronautica, Carabinieri, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto, Croce Rossa Italiana, Ministero dell’Interno. Ecco perché sono state salvate tante vite. E Mare Nostrum non era la sola iniziativa internazionale: c’era Hermes, facente capo a Frontex e il cui scopo era di contrastare l’immigrazione irregolare da Tunisia, Libia e Algeria verso le coste italiane; e c’era, sempre in ambito Frontex, Aeneas nel mar Jonio, per vigilare sulle coste pugliesi e calabresi. Verranno tutte soppresse e il loro posto sarà preso da Triton, inefficace, da sola, a tutelare vite, mari, frontiere, criminalità, tutto e contemporaneamente.

Due terzi di fondi in meno rispetto a Mare Nostrum. L’iniziativa riceverà dall’Ue 2,9 milioni di euro al mese per tutto il 2014 (2|3 in meno di quanti erano destinati a Mare Nostrum), denaro che forse aumenterà nel 2015, ma non è certo, dal momento che le autorità di bilancio dell’Ue, Parlamento Europeo e Consiglio, dovranno dare prima il loro consenso. In maniera per ora piuttosto generica, Triton si occuperà di pattugliare le frontiere europee sul Mediterraneo, fornendo anche assistenza alle imbarcazioni in difficoltà. Ma, solo per fare un esempio,  nell’ottobre dell’anno scorso, 500 persone sono morte al largo di Lampedusa  L’Italia, con Mare Nostrum e con operazioni che potevano usufruire di 9 milioni di euro al mese – come denuncia Amnesty International – ha soccorso 140.000 persone in un anno. Contemporaneamente, quasi 3.000 esseri umani, dall’inizio del 2014, sono morti o dispersi durante i viaggi e certo, con una nuovo e limitato controllo delle acque internazionali, soprattutto sull’Egeo e sull’intero Mediterraneo, le cose non possono migliorare.

Il problema del controllo del Mediterraneo. Triton assicura la tutela delle coste europee, ma non s’impegna sulle coste da cui i migranti partono, trattati come bestie da scafisti corrotti e mafiosi. Triton, cioè, prevede il controllo delle acque internazionali solamente fino a 30 miglia  dalle coste italiane ed è evidente che, senza partire dalla fonte del problema e soffermandosi sul solo punto d’arrivo, la situazione può solo peggiorare: 165.000 persone circa, solo quest’anno, sono scappate dall’Africa, soprattutto da Eritrea e Siria, come denuncia Amnesty: “Mentre l’Europa rafforza le sue frontiere terrestri – dichiara  Nicolas J. Beger, direttore dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee – le persone vengono spinte verso percorsi sempre più pericolosi attraverso il Mediterraneo centrale. Ora più che mai l’Ue deve garantire meccanismi collettivi e globali di ricerca e soccorso lungo la rotta marina più pericolosa del mondo.”

L’Italia non può permettersi di rimuovere il problema. Lasciano oggettivamente perplessi le dichiarazioni di Alfano, come: “Purtroppo decine e decine di persone sono morte ma, oltre a salvare centinaia di migliaia di vite, Mare Nostrum ci ha anche permesso di arrestare oltre cinquecento scafisti che sono ora nelle prigioni italiane. Però Mare Nostrum era nata dopo la tragedia di Lampedusa e oggi esprimiamo la nostra soddisfazione perché le richieste che abbiamo fatto hanno finalmente trovato accoglienza”. Ma i flussi migratori non si attenuano e il punto d’accesso all’Europa per centinaia di migliaia di persone sarà sempre il nostro paese, che Angelino Alfano faccia o non faccia il Ministro degli Interni. Basteranno 2 settimane a contrastare le irregolarità dei flussi migratori?  Le polizie europee, dal 13 al 26 ottobre e su coordinamento italiano, si preparano all’operazione Mos maiorum: due settimane di controlli mirati sui punti di passaggio più critici delle frontiere esterne e lungo le rotte interne del Mediterraneo. In attesa che Triton inizi, il I novembre, ci si chiede se questa operazione lampo potrà tenere a bada l’intero fenomeno.

“Le persone prima delle frontiere”  Per un’azione concreta da parte di tutti verso la  costante emergenza, Amnesty lancia un appello che chiede all’Ue di gestire meglio le operazioni di ricerca sul Mediterraneo e sull’Egeo; di favorire la creazione di percorsi più sicuri e legali di quelli attuali; di garantire la protezione internazionale a  tutti i migranti; di rafforzare la lotta ai paesi che vìolano i diritti umani durante i flussi migratori.






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